Era la primavera del 1890 quando Giuseppe ed Adele, nonni di Ottaviano, si trasferirono in Piandagli. Un prato, un bel castagneto in una vallata verde e isolata, attraversata da un torrente. Due cuori e una capanna, nel vero senso della parola poiché la vita familiare si svolgeva all'interno del “metato”, l'essiccattoio, unica costruzione solida della proprietà.
Il secolo volta pagina ed all'inizio del 1900 viene costruita l'abitazione con i materiali offerti dal posto e con la manodopera silenziosa di parenti ed amici. Ora l'economia non dipende più soltanto dalla raccolta delle castagne: con sacrificio vengono acquistate mucche e pecore che assicurano latte, carne e lana. La famiglia cresce e negli anni tra le due guerre si specializza nella produzione del carbone, ottenuto con un procedimento che richiede grande perizia. Dalla lenta combustione del legname ammassato in grandi coni, si ottiene un carbone molto richiesto che poi viene trasportato a spalla fino a Castelnuovo. Ancora oggi passeggiando per il bosco si riconoscono le carbonaie pianeggianti e basta scavare pochi centimetri per trovare i residui neri e fertili di tanti anni di fuoco e di fatica. Nel 1928 si sposano Pietro e Maria, i genitori di Ottaviano, che trascorsi alcuni anni sereni si ritrovano nel bel mezzo del fronte di guerra, unico periodo cupo ed incerto nella vita regolare e scandita dalle stagioni. Dopo la guerra si ricomincia con entusiasmo: aumentano le mucche e cresce il gregge. Piandagli è in pratica un posto autosufficiente e la costruzione di una teleferica per il trasporto del legname rende meno isolata la vallata. Con la teleferica la fatica del trasporto lungo i mille sentieri che tracciano infinite geometrie nelle selve diventa presto un ricordo.
Ma il dopoguerra ed il miraggio di un lavoro meno pesante svuotano le campagne. Dall'inizio degli anni '60 e fino al 1970 Piandagli diventa sede della scuola elementare; la costruzione è grande e raccoglie i bambini provenienti dalle abitazioni di tutta la vallata. Ma se nel 1960 i bambini sono ventuno, dieci anni dopo, nel 1970 sono rimasti soltanto in due a frequentare la scuola. Oramai nelle case intorno non fumano più i camini, però Ottaviano e Norma non sono attratti dalla città e nel 1972 si sposano decisi di continuare a vivere come avevano fatto i genitori ed i nonni. Solo nel 1979 l'abitazione viene raggiunta da una pista sterrata che consente di arrivare in paese con un motocoltivatore o in macchina. Nel 1981 arriva anche la corrente elettrica. Ottaviano e Norma non sono andati verso le “comodità”, sono queste che ormai li hanno raggiunti e sono apprezzate perchè non sono invasive e migliorano senza stravolgere la vita della famiglia. A Piandagli crescono Ilaria e Serena che, a differenza degli altri bimbi che frequentano la scuola di Migliano, hanno un rapporto speciale con la natura, con le stagioni, con i problemi ed i rumori del bosco, del vento, della pioggia, della neve, degli animali domestici e di quelli schivi e selvatici che popolano i boschi. Il secolo volta nuovamente pagina e con l'avvento del terzo millennio la famiglia Pieroni gioca un'altra scommessa. Sono nati un po' ovunque agriturismi, si fa un gran parlare di prodotti tipici, di sviluppo sostenibile, di riscoperta di tradizioni e di sapori del passato. Ottaviano osserva e vede costruire piscine, muretti, forni, taverne; però non vede animali, orti, piante da frutta, attrezzi da agricoltore e come spesso gli capita, pensa in silenzio e scuote la testa.
Se l'agriturismo è una forma di integrazione economica per quelli che lavorano in agricoltura e sanno riconoscere un coniglio da una lepre, una faraona da un tacchino, allora forse Piandagli ha davvero tutto quello che dovrebbe offrire un'azienda agrituristica. Ottaviano è cresciuto senza piscina ma nei mesi caldi ha sempre trovato ristoro nell'acqua cristallina del torrente, all'ombra degli ontani e in compagnia delle trote agili e magre che saltano di cascata in cascata. |